Villa Lampedusa, conosciuta nel mondo come la “Villa del Gattopardo”, è un esempio di splendida residenza agreste, aderente all’idea di corte che si stringeva attorno alla Casina Cinese di Palermo, residenza estiva del Re Ferdinando IV di Borbone.
La Villa fu fondata da Don Isidoro Terrasi agli inizi del XVIII secolo. L’attuale versione, dopo l’intervento nel 1756 dell’architetto Giovanni Del Frago, è frutto delle modifiche classicheggianti apportate sul calare del ‘700 dai Principi Alliata di Villafranca. La villa si segnala per scelte stilistiche e soluzioni architettoniche, quali la leziosità delle decorazioni Luigi XVI, l’edicola a ridosso dello scalone a tenaglia secondo schemi di fine secolo XVIII, i pregevoli affreschi del piano nobile e le notevoli tempere del piano inferiore opera del pittore romano Gaspare Fumagalli, gli stucchi serpottiani, i soffitti a cassettoni affrescati.
Nel 1845 la dimora fu acquistata da Giulio Tomasi IV Principe di Lampedusa, col risarcimento che gli aveva erogato il governo borbonico in seguito all’esproprio dell’isola di Lampedusa, IN Villa venne anche allestito un osservatorio astronomico per assecondare la sua passione astroscopica.
Originariamente, il parco di notevole estensione, ospitava anche un padiglione (Caffe Haus) affrescato dal Fumagalli nel 1784
Nel prospetto spiccavano finissime soluzioni per le decorazioni multicolori adottate nei pregevoli riquadri e festoni verdi che ridavano vivace movimento alla facciata, unica fra le ville dei colli. La decorazione degli interni è il trionfo dell’illusione prospettica: tromp l’oeil in monocromatismo grigio, affreschi di volte, pareti e sovraporte secondo un garbato gusto rococò, arricchito da stucchi, si flettono spesso agli influssi neoclassici.
Nel secolo scorso la Villa divenne proprietà delle famiglie Dragotto e Pitruzzella, che hanno curato il ritorno agli schemi primitivi di alcuni ambienti, quali la Foresteria e le Scuderie, nello spirito del recupero integrale e della valorizzazione di un luogo simbolo.
Villa Lampedusa è realmente la villa del Gattopardo, quella del Principe Giulio Fabrizio Maria Tomasi di Lampedusa, e IX Duca di Palma, protagonista del celeberrimo romanzo di Giuseppe Lanza Tomasi, che in questa dimora aristocratica di campagna, all’ombra del monte Pellegrino, trascorreva lunghi periodi, anche in inverno. La villa, nel romanzo, viene descritta come villa Salina, immersa nel profumo nuziale dei fiori d’arancio, circondata da un paesaggio armonioso che ben si addiceva a una sensibilità delicata ed alle attitudini di un pensatore introverso e introspettivo.